Le sorgenti sono sempre state molto importanti nella storia dell’umanità , sia per l’approvvigionamento idrico sia dal punto di vista culturale, economico e spirituale. Molti insediamenti e città sono stati fondati intenzionalmente nelle vicinanze di sorgenti, perché garantivano un rifornimento costante di acqua, essenziale non solo per l’approvvigionamento di acqua potabile pulita per la popolazione, ma anche per l’acqua necessaria per attività artigianali, come mulini o concerie. Quindi non sorprende che le sorgenti fossero spesso considerate sacre e associate a divinità o forze soprannaturali. Anche oggi l’acqua sorgiva continua a svolgere un ruolo importante nell’approvvigionamento di acqua potabile alla popolazione, sebbene il crescente fabbisogno di acqua sia sempre più soddisfatto da acque sotterranee e superficiali. Tuttavia, anche dove sono disponibili acque sotterranee o lacustri, in caso di catastrofi l’acqua sorgiva può essere molto preziosa e spesso indispensabile. Le buone captazioni da sorgente esistenti devono quindi essere protette e mantenute con la massima cura, ed eventualmente rinnovate quando necessario.
SVGW raccomanda di non abbandonare le sorgenti senza necessità , perché rafforzano la resilienza dell’approvvigionamento. Se nelle acque sotterranee si verificano problemi di qualità , le sorgenti contribuiscono a mantenere i valori massimi mescolando le acque sotterranee inquinate con acqua sorgiva non contaminata, oppure a colmare le difficoltà dell’approvvigionamento in caso di guasto di una stazione di pompaggio. La rinuncia a una captazione di sorgente, e quindi alla sua protezione, non dovrebbe quindi mai basarsi solo su considerazioni di tipo economico, perché l’acqua sorgiva nelle situazioni di emergenza rappresenta la colonna portante della fornitura di acqua potabile. Le misure di protezione richieste dalla legislazione per garantire un approvvigionamento impeccabile e sicuro comportano costi talmente elevati per la manutenzione della sorgente da mettere in discussione per motivi economici lo sfruttamento di una sorgente, soprattutto se l’a AAP riesce già a soddisfare il fabbisogno di acqua potabile attraverso i pozzi di captazione delle acque sotterranee.
Sebbene l’acqua sorgiva goda di una buona reputazione tra la popolazione e sia preziosa per l’approvvigionaÂmento idrico, le AAP devono valutare attentamente il valore di una sorgente prima di captarla o di acquisire eventuali diritti di utilizzo. Il valore di una sorgente dipende principalmente dalla sua idoneità all’uso come acqua potabile, che, se limitata o assente, per la AAP la sorgente ha un valore ridotto o nullo e genera solo costi. L’idoneità di una sorgente a essere usata come acqua potabile è determinata dalla sua ubicazione, dalla qualità dell’acqua e dalla resa. Per quanto riguarda l’ubicazione, bisogna verificare se sono presenti zone di protezione conformi alla legge o se è possibile delimitarle, oppure se nel bacino imbrifero ci sono già insediamenti o altre strutture e usi non conformi alla zona. Potenziali conflitti di utilizzo riducono il valore della sorgente. Va considerata anche la distanza e il dislivello rispetto all’area approvvigionata. Infine, la sorgente dev’essere collegata alla rete e questo potrebbe comportare dei costi. La qualità dell’acqua riveste un ruolo centrale nella valutazione: se la qualità fisica, chimica o microbiologica è insufficiente, diminuisce anche il valore della sorgente, perché sarebbero necessari ulteriori sistemi di filtrazione o disinfezione per raggiungere la qualità dell’acqua potabile. Infine, per creare un valore aggiunto per la AAP, la sorÂgente deve anche fornire acqua sufficiente e il più possibile costante. Per valutarne la resa sono utili gli indicatori sulla resa media annua e sulle variazioni di temperatura.
Se il valore di una sorgente diminuisce, ad esempio perché scende la portata, subentrano problemi qualitativi o non viene più rilasciata la concessione a causa di conflitti con le zone di protezione, essa può trasformarsi in un onere economico per la AAP. Se si considera di rimuovere una captazione, bisogna tenere presente che non sempre è possibile lasciare scorrere liberamente l’acqua della sorgente. Spesso, le infrastrutture edificate sotto la sorgente dopo la costruzione della captazione potrebbero subire danni a causa dell’acqua che può di nuovo scorrere liberamente. E se l’acqua deviata causasse danni a terzi, ne sarebbe responsabile la AAP. Se invece non si procede allo smantellamento e si convoglia l’acqua in un corso d’acqua, l’impianto dovrà essere comunque monitorato e sottoposto a manutenzione. È quindi essenziale valutare attentamente una sorgente prima che venga captata nuovamente o acquisita.
Il tema è trattato nella Direttiva W10 SVGW e fornisce indicazioni dettagliate sulla pianificazione e sull’esecuzione delle opere. Nella prossima revisione della W10 saranno approfonditi la valutazione della qualità di una sorgente, la gestione operativa e lo smantellamento.
Questo articolo è apparso per la prima volta su Riflessi (numero 01/2025).
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