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articoli specialistici
22. marzo 2021

Intervista con Kilian Baumann

«Creare gli incentivi adeguati!»

Le iniziative sull’acqua potabile e sul divieto dei pesticidi hanno ridato slancio al dibattito pubblico e politico sull’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Nell’intervista con il consigliere nazionale e contadino bio Kilian Baumann parliamo di come sia possibile conciliare agricoltura e protezione delle risorse.
Christos Bräunle 
Signor Baumann, lei è attivo nel comitato di patronato di Aqua Viva e s’impegna per una protezione efficace delle acque. Qual è stato il fattore decisivo che l’ha portata a impegnarsi in questo ambito?

In Svizzera, quando si parla di sicurezza dell’approvvigionamento, spesso si tralascia l’acqua, l’alimento più importante. Ci si concentra sui prodotti agricoli, ad esempio al momento sulla barbabietola da zucchero o sui cavoletti di Bruxelles, sostenendo che l’approvvigionamento nazionale può essere garantito solo tramite l’uso di pesticidi e prestando meno attenzione ai danni che l’agricoltura intensiva provoca all’acqua. In termini di sicurezza dell’approvvigionamento, l’acqua troppo scarsa o contaminata è un problema maggiore rispetto alla minor reda delle barbabietole da zucchero. Nel dibattito pubblico le priorità andrebbero definite più chiaramente.

Cosa pensa della protezione delle risorse di acqua potabile in Svizzera?

La Svizzera e soprattutto l’Altopiano sono densamente popolati. Questo implica conflitti di utilizzo e di interesse. La superficie di insediamento continua a crescere e, proprio sull’Altopiano, è molto intensiva anche l’utilizzazione agricola, con gravi conseguenze per la biodiversità e le nostre risorse di acqua potabile. Purtroppo i contadini sono spesso visti come capri espiatori. Ma questo è riduttivo, perché la pressione economica sulle aziende agricole è grande. I politici devono creare gli incentivi adeguati e permettere ai contadini di uscire dalla ruota del criceto. Di strumenti politici per ridurre la pressione economica e trovare soluzioni comuni ce ne sarebbero.

Come granconsigliere bernese ha fatto parte della Commissione per l’edilizia, l’energia, i trasporti e la pianificazione territoriale. Conosce quindi bene i conflitti di utilizzo.

Un tipico conflitto di utilizzo che illustra bene il problema è rappresentato dalle distanze dai corsi d’acqua (per le acque superficiali). I contadini vogliono sfruttare al massimo la superficie a loro disposizione e, se possibile, coltivare fino al corso d’acqua, con conseguenze negative per la protezione delle acque. Qui serve un quadro legislativo chiaro. Lo stesso vale per la protezione delle captazioni di acqua potabile. Quando ero in Gran Consiglio, ero già intervenuto per chiedere la delimitazione dei settori di alimentazione, in modo da creare un quadro legislativo chiaro per affrontare eventuali conflitti di utilizzo.

Nel dibattito al Consiglio nazionale sull’iniziativa parlamentare 19.475 «Ridurre il rischio associato all’uso di pesticidi» è stato sostenuto che nei settori di alimentazione non si può più praticare l’agricoltura convenzionale.

Cosa significa «agricoltura convenzionale»? Come contadino bio, sono ovviamente dell’opinione che dovremmo evitare i pesticidi sintetici. Ma questo non significa che praticare la cosiddetta agricoltura convenzionale significhi solo utilizzare il maggior numero di pesticidi.

Come sempre, la verità sta nel mezzo. Ora, con l’iniziativa sull’acqua potabile e quella sul divieto dei pesticidi, la pressione è forte. Questo favorisce anche l’innovazione. Per esempio, nella ricerca o nell’allevamento di varietà resistenti, che richiedono meno trattamenti con pesticidi o addirittura non ne richiedono del tutto. È però necessario anche un indennizzo finanziario per sostenere i contadini in questo sviluppo.

Secondo lei, quali sono le misure più importanti a livello legislativo per garantire una protezione sostenibile delle nostre risorse di acqua potabile?

I problemi legati ai nitrati e ai metaboliti dei pesticidi non sono nuovi, sono noti da tempo. A livello politico, negli ultimi anni si è fatto poco. Le due iniziative hanno scatenato un ampio dibattito mediatico, aumentando la pressione sui politici. Gli strumenti pianificatori, come le zone di protezione e i settori di alimentazione, esistono già e vanno solo potenziati. La politica può però dirigere lo sviluppo anche creando incentivi economici. In Svizzera, investiamo giustamente molto nella nostra agricoltura. Con i pagamenti diretti e la protezione doganale abbiamo a disposizione strumenti forti per creare un sistema di incentivi che, alla fine, protegge in maniera sostenibile anche le risorse di acqua potabile.

Biografia Kilian Baumann
Dopo l’apprendistato come agricoltore, nel 2001 Kilian Baumann ha rilevato l’azienda dei genitori a Suberg BE. Nel 2014, il contadino bio è stato eletto per i Verdi nel Gran Consiglio del Canton Berna, dove dal 2017 è stato membro della Commissione per l’edilizia, l’energia, i trasporti e la pianificazione territoriale. Le elezioni parlamentari del 2019 lo hanno portato in Consiglio nazionale, dov’è membro della Commissione dell’economia e dei tributi. Come membro del comitato di patronato di Aqua Viva, è impegnato anche nella protezione efficace dell’acqua.

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