Piattaforma per acqua, gas e calore
31. maggio 2021

Teleriscaldamento del Bellinzonese

Un lungo tracciato che ha aperto la via

Ormai più di 11 anni orsono, l’Azienda Elettrica Ticinese e l’Azienda Cantonale dei Rifiuti hanno deciso di instaurare una solida collaborazione in ambito energetico creando la società Teris Teleriscaldamento del Bellinzonese SA, con l’obiettivo di realizzare la più grande rete di teleriscaldamento del Canton Ticino.

Ormai più di 11 anni orsono, l’Azienda Elettrica Ticinese e l’Azienda Cantonale dei Rifiuti hanno deciso di instaurare una solida collaborazione in ambito energetico creando la società Teris Teleriscaldamento del Bellinzonese SA, con l’obiettivo di realizzare la più grande rete di teleriscaldamento del Canton Ticino. All’epoca fu un atto coraggioso in quanto allora, a sud delle Alpi, le reti di teleriscaldamento non avevano ancora preso piede in modo così marcato come oggi e dal punto di vista finanziario i rischi erano importanti. Col senno di poi, tale scelta si è rivelata lungimirante in quanto oggi la rete è quasi conclusa e ha riscosso un considerevole successo nella regione e presso gli utenti allacciati.

La prima pietra

La classica prima pietra è stata «posata» verso la fine 2011, permettendo poi di realizzare in meno di un anno l’accoppiamento con l’Impianto Cantonale di Termovalorizzazione dei rifiuti (ICTR), la stazione di pompaggio e ben 5.5 km di rete (corrispondente a 11 km di condotte). La prima fornitura di calore è stata possibile già agli inizi di ottobre del 2012.

Dal 2013 ad oggi sono poi continuati i lavori di posa delle condotte e gli allacciamenti. In totale la rete realizzata raggiunge ora 21 km e permette di alimentare ben 123 sottostazioni di varia potenza attualmente in servizio. La rete, il cui cuore è l’ICTR, si sviluppa principalmente in due direzioni: verso i centri commerciali di Sant’Antonino e verso il centro di Bellinzona.

La clientela

La nostra clientela è molto variegata. Tra i nostri clienti annoveriamo infatti case monofamiliari (con una potenza di 10 kW), edifici pubblici e privati di medie dimensioni (400 – 600 kW) e grandi consumatori che raggiungono persino potenze di 3'500 kW. Quest’ultima categoria comprende alcune serre presenti sul Piano di Magadino, l’Ospedale San Giovanni a Bellinzona e la Residenza Governativa, sempre a Bellinzona. Alcuni di questi grossi utilizzatori fungono inoltre da back-up della nostra rete: in caso di necessità, le caldaie presenti presso questi utenti possono alimentare la rete di distribuzione e garantire quindi la fornitura di calore. 

La centrale principale è attrezzata con degli scambiatori di una potenza complessiva di 28 MW, cui si aggiungono 2 accumuli da 500 m2 ciascuno che permettono di meglio gestire le oscillazioni delle richieste di energia termica. Nella rete nord viene immessa acqua ad una temperatura di 105°C, che ritorna al termovalorizzatore a 55°C; la stessa cosa avviene per la rete sud, che prevede però anche un’emissione in una condotta supplementare a temperatura più bassa (65°C), dedicata alle serre. 

Un progetto come il nostro difficilmente avrà una fine ben definita, in quanto siamo spesso alle prese con rinnovi di impianti e piccole estensioni che fanno sì che gli allacciamenti continuino ad aumentare. D’altro canto, il risanamento del parco immobiliare ridurrà verosimilmente i consumi degli edifici già allacciati, permettendo quindi di «liberare» potenza da destinare ai nuovi allacciamenti.

Un progetto antesignano

Un progetto senz’altro innovativo con un investimento importante – ca. 50 milioni di franchi – che permette la riduzione di ben oltre 13'000 tonnellate di CO2 l’anno, ossia il corrispettivo di 5 milioni di olio combustibile. La rete di teleriscaldamento del Bellinzonese è infatti riconosciuta come la misura ambientale più importante – a livello cantonale – atta a diminuire le emissioni di anidride carbonica.

Questo progetto regionale ha inoltre giocato un ruolo importante per resto del Cantone, fungendo da volano per lo sviluppo di altri progetti. La rinuncia al proprio sistema di riscaldamento a favore di un sistema condiviso e gestito da specialisti non è un passo automatico ed implica un cambiamento di mentalità. Il successo del progetto ha dimostrato che la diffidenza iniziale ha lasciato spazio ad una maggior consapevolezza di cosa sia una rete di teleriscaldamento e dei relativi vantaggi.

Difficoltà di un’opportunità

Un progetto così ampio ed esteso ha ovviamente dovuto affrontare una moltitudine di difficoltà di varia natura, a partire dalla progettazione – con le complessità di definizione del tracciato date dai vincoli economici e territoriali – alle autorizzazioni ed infine alla fase di cantiere. In particolare le difficoltà legate al tracciato ci hanno giocoforza spinto a considerare in breve tempo altre varianti.

Sotto l’aspetto realizzativo, tenuto conto dell’invasività di una rete di teleriscaldamento, si sono resi necessari notevoli sforzi di coordinamento con le autorità e gli altri enti presenti sul territorio per la posa delle condotte. In particolare l’attraversamento di ostacoli naturali (corsi d’acqua) e altri manufatti creati dall’uomo (ad esempio la linea ferroviaria) hanno necessitato un notevole impegno sia a livello di progettazione che di esecuzione.

Gli esempi seguenti ben rappresentano le difficoltà più significative riscontrate, dando un’idea delle situazioni particolari emerse nel corso dei lavori. Nella figura si noti l’imponenza dell’elemento utilizzato per lo spingitubo, oppure l’impiego di una doppia condotta con mantello esterno unico, la cui saldatura è avvenuta all’esterno dello scavo a causa dell’esiguità del campo stradale: solo in seguito è stata infilata tramite rulli nello scavo. Analogamente a quanto precede, la saldatura delle condotte all’esterno dello scavo è stata eseguita anche a causa della presenza di acqua di falda.

Maggiore la difficoltà comunque maggiore la soddisfazione di aver portato a termine un simile progetto, dando appunto l’opportunità alla regione di ottenere i suoi benefici.

Per il futuro, possibili sviluppi saranno legati all’eventuale realizzazione di altre centrali. Allo stato attuale è infatti stato raggiunto il limite di capacità della centrale principale. Come avviene già in altre grandi reti di teleriscaldamento, più centrali e diversi vettori energetici alimentano la rete: Termovalorizzatori ma anche centrali a cippato, termopompe e geotermia sono tipicamente utilizzati per alimentare le grandi reti di teleriscaldamento. La rete di teleriscaldamento è la strada che distribuisce l’energia, ma le fonti che la alimenta possono essere infatti molteplici.

Assorbitori a bromuro di litio

Alcuni utenti hanno optato per un’interessante opportunità per il raffrescamento dei locali: gli assorbitori a bromuro di litio. A differenza dei tradizionali sistemi frigoriferi e di condizionamento che funzionano grazie all’energia elettrica, gli assorbitori a bromuro di litio utilizzano energia termica: l’acqua calda serve per alimentare la macchina che a sua volta raffredda l’acqua refrigerata sul circuito delle utenze, diventando quindi sfruttabile per processo, condizionamento o conservazione.

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