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03. maggio 2024

Strategie di gestione dell’acqua

Seminario tecnico Acqua «Siccità»

«Creare insieme soluzioni integrali»: all’insegna di questo motto si è svolto il seminario tecnico Acqua organizzato da SVGW sul tema Siccità, che si è svolto il 21 marzo a Bienne. I riflettori sono stati puntati su proposte di soluzioni concernenti la gestione della siccità.
Margarete Bucheli 

I cambiamenti climatici e i conseguenti eventi meteorologici estremi come precipitazioni intense, inondazioni e siccità persistente si ripercuotono su svariati ambiti della nostra vita. Agricoltura, turismo, industria e settore privato sono messi a dura prova, come anche l’approvvigionamento idrico. Per il Comitato della SVGW la siccità e la penuria d’acqua correlate ai cambiamenti climatici sono temi centrali che rendono necessaria l’elaborazione di un piano generale, ha spiegato il presidente SVGW Michele Broggini nel suo discorso di benvenuto. Rolf Meier, responsabile del settore Acqua presso SVGW, ha aggiunto: «Anche la Svizzera, considerata la riserva idrica d’Europa, è sempre più spesso colpita da eventi di penuria d’acqua». Con i cambiamenti climatici e la crescita demografica aumentano anche i problemi per le aziende dell’acqua potabile. Per questo motivo ha invitato a mettere in atto iniziative nei settori della pianificazione del territorio, del paesaggio e della città spugna, tra cui la designazione di settori di alimentazione, la gestione integrata delle acque a scala di bacino e la ritenzione idrica.

Strategie per la gestione dell’acqua

Nella sua presentazione «Strategia nazionale per la gestione dell’acqua - un contesto per le strategie cantonali dell’acqua» Thomas Egger (Gruppo svizzero per le regioni di montagna) ha esordito citando diversi segnali d’allarme ben visibili, tra cui la particolare siccità dell’estate 2022. A una sempre minore disponibilità d’acqua si contrappongono esigenze crescenti – ha sintetizzato – e ha lanciato la provocazione: «E la Confederazione cosa fa?». Sebbene l’articolo 76 della Costituzione federale stabilisca chiaramente che i Cantoni dispongono delle risorse idriche, vari sono i motivi a favore di una strategia nazionale dell’acqua, nella quale accorpare le strategie cantonali, identificare eventuali lacune e gestire le interfacce. Oltre alle attività in corso nei settori della politica agricola, della politica turistica/regionale e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, secondo Egger è necessario intervenire in numerosi ambiti, per esempio la promozione dei sistemi per la gestione integrata delle acque a scala di bacino con l’aiuto di incentivi, l’approntamento di risorse finanziarie per le misure di adattamento ai cambiamenti climatici, la promozione di serbatoi idrici multifunzionali o la definizione di standard per i dati come base per i sistemi di gestione dell’acqua.

Dopo questo appello a favore di una strategia idrica nazionale, Thomas Knubel del Cantone Vallese ha presentato una strategia cantonale per la gestione dell’acqua, il cui obiettivo è così stato formulato: «garantire la gestione coordinata della risorsa acqua, tenendo conto della sua multifunzionalità». La strategia, che ha ormai compiuto dieci anni, non è stata ancora affrontata con massima decisione, perché sono mancate le risorse finanziarie e di personale, ma anche la pressione. Finora abbiamo sempre avuto a disposizione acqua in misura sufficiente. Inoltre, anche il margine di manovra del Cantone è limitato, perché nel Vallese – a differenza degli altri Cantoni – l’acqua appartiene ai Comuni (ad eccezione dell’acqua del Rodano). A questa sfida se ne sono aggiunte altre quattro: conflitti relativi all’utilizzazione e ai diritti, carenza di dati (o loro totale assenza), una mentalità che induca a pensare in termini di bacino e porti ad agire di conseguenza e, infine, la necessità di risvegliare la responsabilità collettiva sul tema dell’acqua.

Pensare al futuro imparando dalle esperienze passate

«I dati sono la chiave per prendere decisioni intelligenti nella gestione dell’acqua» ha spiegato Clément Roques (Università di Neuchâtel). Servono osservazioni a lungo termine per descrivere i processi, formulare ipotesi e testarle con modelli. Ma, come ha constatato il relatore precedente, mancano attualmente dati sulle precipitazioni e sull’accumulo nel sottosuolo, ma anche sul deflusso e sull’evapotraspirazione per l’equazione del bilancio di massa dell’acqua. Roques ha parlato di nuove possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico di misurazioni a basso costo, ad alta frequenza e distribuite nello spazio, eseguite tramite i satelliti. Ha inoltre auspicato il coordinamento tra gli attori che raccolgono i dati e la standardizzazione nella raccolta e nella modellazione dei dati.

Le acque sotterranee devono restare una risorsa fondamentale

Nella prima parte della sua presentazione, Klaus Lanz (International Water Affairs) ha affrontato la domanda «Che mutamenti porta il cambiamento climatico?», mettendo in particolare evidenza il ruolo centrale della neve: «D’estate la Svizzera vive grazie alla neve!». A causa del riscaldamento globale, questa riserva si ridurrà fino a scomparire del tutto. Lanz si è anche espresso a favore di una protezione completa delle acque sotterranee, che in futuro diventeranno sempre più importanti come risorsa di acqua potabile. La sua risposta alla domanda «Quali risorse utilizzeremo nel 2060?» è stata:

  • Acqua di sorgente, localmente più sicura grazie a uno stoccaggio più abbondante (serbatoi più grandi)
  • Acque di falda con zone di protezione e settori di alimentazione
  • Acque di falda provenienti da riserve con protezione limitata (ev. con trattamento e monitoraggio)

Questo significa che, in futuro, le acque di falda diventeranno sempre più importanti come risorsa di acqua potabile e, per questo motivo, è assolutamente necessario proteggerle in modo più efficace. A tal fine occorre fare maggior ricorso agli strumenti della rappresentanza degli interessi a livello politico. Per riassumere, Lanz ha quindi puntualizzato quanto segue: «Per salvaguardare le risorse di acqua di sorgente e di falda e garantire fondamenta solide per l’approvvigionamento idrico, le aziende dell’acqua potabile e la SVGW devono esercitare pressione a favore di adeguamenti a livello politico. I politici devono capire che, in mancanza di modifiche, non è possibile garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di acqua potabile».

Approvvigionamento idrico regionale nel Canton Ticino

Mauro Veronesi del Canton Ticino (Capo ufficio, Ufficio della protezione delle acque e dell'approvvigionamento idrico) ha parlato della legge sull’approvvigionamento idrico del 1994, secondo la quale i Comuni devono allestire un piano generale dell’acquedotto (PGA), mentre il Cantone si occupa della pianificazione regionale, per la quale il territorio è stato suddiviso in 30 regioni. Nel frattempo 25 piani regionali sono stati approvati, 4 sono stati presentati ai Comuni e uno è in corso di elaborazione. In media, il 22% dei costi di costruzione sostenuti dai Comuni verrebbe sovvenzionato dal Cantone con il denaro dei contribuenti. Il Cantone mira inoltre a ridurre il consumo di acqua attraverso diverse misure, tra cui la lotta alle perdite d’acqua (installazione di contatori intelligenti), lo sviluppo di reti industriali come alternativa all’uso di acqua potabile, il recupero delle acque piovane per l’irrigazione e il sostegno al concetto di città spugna.

Città spugna e paesaggio spugna

A favore del concetto di città spugna, che prevede la ritenzione dell’acqua (piovana) e la sua gestione decentralizzata con infrastrutture blu-verdi, si è espresso anche il direttore VSA Stefan Hasler: «La città spugna prende tanti piccioni con una fava». L’obiettivo è quello di ottenere un regime idrico semi-naturale, la cui attuazione richiede in particolare una cooperazione intersettoriale.

Anche il bilancio idrico al di fuori della zona d’insediamento non può essere designato come semi-naturale, come ha illustrato Niels Werdenberg (Emch+Berger AG): «L’utilizzazione intensiva del suolo ha forzato lo smaltimento delle acque del paesaggio, ridotto notevolmente l’effetto spugna naturale (la resilienza) del nostro paesaggio ed esacerbato il cambiamento climatico». Con diversi esempi ha presentato il concetto di paesaggio spugna, che consiste sostanzialmente nel ripristinare e promuovere sistemi tampone naturalmente presenti all’interno del paesaggio. Il concetto e le soluzioni proposte non sono nuovi; ciò che è nuovo è l’urgenza con cui devono essere attuati, ha aggiunto Werdenberg.

Sfida siccità – la visione dell’UFAM

Michael Schärer, caposezione Protezione delle acque sotterranee dell’UFAM, è convinto che serva una manciata di misure per garantire un approvvigionamento idrico sicuro durante i periodi di siccità e per assicurare un’utilizzazione sostenibile delle risorse idriche nel lungo termine. Questa manciata di misure include in particolare la protezione costante delle acque di falda e il rafforzamento della resilienza degli approvvigionamenti idrici. Ha inoltre sostenuto la gestione delle risorse delle acque, in particolare dell’acqua a uso industriale, che rientra però nelle competenze cantonali.

Tenere conto della siccità

Nelle due relazioni conclusive Monika Gehrig (SVGW) ha presentato il quadro giuridico dei modelli tariffari che tengono conto delle situazioni di scarsità, mentre Matthias Finger (Swiss Economics SE AG) ha illustrato vari approcci economici per la promozione della gestione economica dell’acqua. I modelli tariffari che spingono le persone a ridurre il consumo d’acqua potrebbero essere introdotti già oggi, come ha sottolineato Monika Gehrig alla fine della sua presentazione. Per esempio, i Comuni potrebbero definire un modello tariffario stagionale con un aumento delle tariffe di utilizzo in caso di scarsità e inserirlo nei propri regolamenti. Finger è convinto che, nel medio e soprattutto nel lungo termine, sarà difficile per il sorvegliante dei prezzi gestire i vari modelli e le relative eccezioni. Sarà quindi necessario disporre di una base legale a livello nazionale, per la cui attuazione sarà probabilmente necessario un regolatore dell'acqua.

Tavola rotonda

Dopo che Rolf Meier ha presentato il piano generale sulla siccità con i suoi sette orientamenti, attualmente in corso di elaborazione a cura di SVGW, nel corso della tavola rotonda conclusiva che si è tenuta in presenza di alcuni relatori e di Andreas Stettler (Associazione svizzera di economia delle acque), Hannah von Ballmoos (Unione svizzera dei contadini) e Martin Fry (WVRB AG) sono stati ulteriormente approfonditi diversi argomenti già trattati nelle presentazioni, tra cui in particolare il tema dei dati. Fry ha sottolineato che i distributori di acqua dispongono in genere di ottime basi di dati sull’acqua captata e sui consumi. Ciò che manca, tuttavia, sono i consumi di altri attori, ad esempio l’agricoltura. Thomas Egger ha chiesto una migliore accessibilità; la fornitura di dati deve essere considerata come un servizio pubblico. Tenuto conto del ruolo centrale dei dati, il prossimo seminario tecnico SVGW sull’acqua in programma per il 28 novembre a Bienne sarà dedicato al tema dei dati, ha concluso Rolf Meier.

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